IL VALZER DI UN GIORNO

Produzioni Fuorivia e Egea Music
presentano 

GIANMARIA TESTA
IL VALZER DI UN GIORNO
dal 1° aprile 2022 su vinile (ed. lim.) e cd

Il percorso di riedizione della discografia di Gianmaria Testa in una preziosa edizione limitata in vinile e in cd intrapreso da Produzioni Fuorivia e Egea Music continua il 1° aprile 2022, dopo quasi un anno di interruzione per le difficoltà del periodo pandemico, con Il Valzer di un giorno, un disco che fra il 1999 e il 2000 rilegge, in versione intima ed essenziale, le canzoni più importanti dei primi tre dischi di quel cantautore che dal basso Piemonte aveva già conquistato la Francia e che attirava attenzioni e interessi sempre crescenti in Italia.
ll Valzer di un giorno uscì nel 1999 prima in una versione speciale per l’Italia usando il canale delle edicole, allora innovativo e poco usato dalla musica pop, con ElleU, l’attivissima versione multimedia dell’“Unità”. Alle canzoni era abbinata la lettura delle poesie di Pier Mario Giovannone, chitarrista, arrangiatore e paroliere che accompagnava Gianmaria nei tantissimi concerti in giro per il mondo.
Il disco ebbe molto successo così come la tournée in alcuni dei più importanti teatri italiani, tanto che la casa discografica francese la Chant du Monde di Harmonia Mundi ne fece un’altra versione per il mercato francese nel 2000. Quella versione aveva una sola differenza: per far spazio alla lettura da parte di Gianmaria di “Plage du Prophète”, una poesia che Jean-Claude Izzo, poco prima di morire nel gennaio di quello stesso anno, gli aveva mandato via fax dicendogli “È per te, fanne ciò che vuoi”, era stata tolta “Avessi un veliero e un timone” di Giovannone.
In questa riedizione, invece, si fa giustizia di quella differenza e si riuniscono per la prima volta in un solo disco le due versioni, quella italiana e quella francese.

Come scriveva il giornalista e amico di Gianmaria Paolo De Bernardin. “(Le canzoni de Il Valzer di un giorno) sono più̀ piccole senza essere smagrite. Sono più̀ tenere senza aver perduto un centimetro di dolcezza. Si raccolgono nel palmo di una mano. E stanno lì, in un taschino, dalla parte del cuore. A rompere il silenzio con la grazia di un autore che ripassa a memoria la sua vita d’artista, spesa fra treni e binari, tra sogni e avventure. E voli, voli… voli e poesia negli umori e nei sogni di un uomo di terraferma che pensa al mare.

Le pubblicazioni si susseguiranno una dopo l’altra fino ad abbracciare l’intera discografia di Gianmaria Testa.

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Ufficio stampa Las Chicas
laschicas@adfarm.it – 011 6566394

LAMPO

Lampo

Produzioni Fuorivia e Egea Music
presentano 

GIANMARIA TESTA
LAMPO
dal 18 giugno 2021 su vinile (ed. lim.) e cd

Il viaggio, proposto da Produzioni Fuorivia e Egea Music, nella discografia di Gianmaria Testa continua. É uscita il 18 giugno 2021 la ristampa in vinile 180g e cd di Lampo, il terzo capito della produzione del cantautore cuneese.

 Dopo i due dischi “francesi” Montgolfières e Extra Muros ritorna sugli scaffali Lampo, uscito nel 1999, il disco che ha consacrato anche in Italia il successo di Gianmaria Testa. Come scrive Gilles Tordjman (Les Inrockuptibles) con questo lavoro Gianmaria interpreta nel modo migliore il suo ruolo di cantautore “…degno figlio del suo Piemonte contadino, Gianmaria sapeva da sempre che non si raccoglie se non ciò che si ha seminato. Con Lampo si è assistito allo sbocciare di un equilibrio musicale iniziato qualche anno prima con dei musicisti fedeli e degni di tutti gli elogi. Perché l’Italia, a differenza della Francia, non ha mai dimenticato che la canzone è innanzitutto un “affare di musica”. Ed è proprio questo che ancora ci colpisce, riascoltando questo disco: l’evidenza soffice e duttile di un tessuto musicale di altissimo livello, e ciononostante mai virtuosa ed ostentata.”

Anche in Lampo, come nei lavori precedenti, la poetica di Gianmaria Testa illumina piccole situazioni, veri e propri bagliori di vita che diventano bozzetti esistenziali. Ritorna spesso in questo “disco dei quarant’anni” il tema del tempo: grazie ad una scrittura semplice ed allo stesso tempo profonda, che fa sembrare brevi anche i pezzi più lunghi, le canzoni hanno la forza di chi sa aspettare e guardare. Altissimo il livello musicale, fra accenti jazz, consapevolezze folk e qualche incursione in suoni più rock. David Lewis (piano, tromba, flicorno), Claudio Dadone (chitarre) ed Edmundo Carneiro (percussioni) insieme allo stesso Testa firmano molti fra gli arrangiamenti e dipingono un suono personalissimo e profondo.

Paola Farinetti, moglie di Gianmaria Testa e manager di Produzioni Fuorivia, scrive “Molti di questi (lavori) con gli anni sono diventati rari, buoni solo per un’asta su eBay, e mi è parso un peccato. Tutti conservano infatti una misura, una freschezza di musica e parole -quelle parole che Gianmaria limava e rilimava-, che li rendono dei classici, sopravvissuti all’usura del tempo.”

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MONTGOLFIÈRES

Produzioni Fuorivia e Egea Music
presentano 

GIANMARIA TESTA

MONTGOLFIÈRES

dal 17 ottobre 2020 su vinile (ed. lim.) e cd

C’è un Gianmaria Testa giovane, con lo sguardo allegro e ironico, sulla copertina di “Montgolfières” bellissimo vinile 180g in edizione limitata e numerata e cd uscito il 17 ottobre 2020 per Produzioni Fuorivia e Egea Music. Proprio il 17 ottobre, che sarebbe stato il  compleanno del cantautore scomparso nel 2016 e mai dimenticato. Anzi, scoperto e ricordato, cantato e suonato in questi anni da colleghi e amici come Giuseppe Cederna e Neri Marcorè così come da tantissimi appassionati sui palchi di tutt’Italia.

“Montgolfières”, il primo disco di Testa, era uscito nel 1995 in Francia. Oltralpe il disco d’esordio del “capostazione di Cuneo”, ricco di brani come Dentro la tasca di un qualunque mattino, Un aeroplano a vela, Le traiettorie delle mongolfiere fu un successo immediato, In Italia fu necessario, invece, aspettare la sua esibizione all’Olimpya del 1997.

Produzioni Fuorivia e Egea Music, che per Testa sono stati casa di produzione e discografica di quasi tutta la carriera, si uniscono nuovamente per pubblicarne l’intera discografia in una versione rinnovata e raffinata nella grafica. Per alcune opere si tratta della prima volta in versione vinile.

Il primo capitolo è proprio l’introvabile Montgolfières, un disco che in Italia fece paragonare Gianmaria a Conte e Fossati, ma che in verità svelava un cantautore originale, capace di raccontare e raccontarsi attraverso accordi e parole che rimangono e si ricordano per sempre. La pubblicazione proseguirà disco per disco, nella doppia versione vinile e cd, fino a Vitamia, ultimo disco registrato in studio di Gianmaria. I vinili saranno tutti proposti in una versione deluxe numerata.

Paola Farinetti – moglie di Gianmaria Testa e manager di Produzioni Fuorivia – scrive nel booklet del disco “Molti di questi (lavori) con gli anni sono diventati rari, buoni solo per un’asta su eBay, e mi è parso un peccato. Tutti conservano infatti una misura, una freschezza di musica e parole -quelle parole che Gianmaria limava e rilimava-, che li rendono dei classici, sopravvissuti all’usura del tempo.”. E aggiunge il giornalista Gabriele Ferraris, storico amico e estimatore: “Quel disco aveva già, nelle sue tracce, il segno e la promessa di quello che sarebbe stato nel ventennio successivo lo straordinario – seppur anzitempo crudelmente interrotto – percorso artistico di Gianmaria Testa. E quel primo ascolto ebbe su di me un effetto immediato: la settimana seguente presi il treno e andai difilato a Parigi, per assistere al debutto di Jean Marie all’Olympia.”  

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PREZIOSO disco di inediti di Gianmaria Testa

GIANMARIA TESTA

PREZIOSO

11 tracce inedite

in cd e vinile dal 18 gennaio 2019

Questo è un disco imperfetto, però è anche un disco inaspettato e perciò prezioso. Anzi il più prezioso di tutti. Ci ho pensato e ripensato prima di farlo uscire, ma infine ho deciso, ci ho lavorato tanto di testa e di studio, con il fido Roberto Barillari, ed eccolo qui.

Il punto di partenza è costituito da registrazioni imprecise, per lo più fatte a scopo di deposito Siae o per farle sentire ad altri artisti, con uno strumento che è poco più di un Iphone e si chiama Zoom. Sono tracce uniche, non separate, con rientri e rumori che abbiamo cercato di correggere, sono provini, bozze di lavoro da tenere come base per futuri arrangiamenti e futuri lavori. Sono canzoni mai uscite o uscite, come spiegherò, in altre versioni e in altri contesti, mai, comunque, in questa forma. E’ un Gianmaria al lavoro, quello che sentirete qua sopra, un artista nel pieno movimento del suo pensare e del suo riflettere. Un privilegio sentirlo così, un privilegio che ho voluto condividere perché pensavo ne valesse la pena, perché non era giusto tenerlo solo per me.

È l’ultimo regalo di Gianmaria e sento il bisogno di raccontarlo.

Povero Tempo nostro, il brano che apre il disco, è il più prezioso e il più emozionante di tutti, l’inedito dal quale sono partita. È una fotografia impietosa dei tempi nostri, una sorta di canzone biblica. E’ un pezzo che tenevo nel cassetto da un po’, non volevo sprecarlo e questa è stata l’occasione giusta. Gianmaria aveva pensato questa canzone come l’ultima di un nuovo lavoro, un altro album monografico, al quale rifletteva da tempo, un intero disco dedicato al tema della terra in tutte le sue accezioni, terra come suolo da lavorare nel quale riposano e germogliano i semi, ma anche terra come pianeta, come la casa che abitiamo e consumiamo. E’ stato registrato nello studio casalingo del nostro amico Claudio Dadone, chitarrista e medico, strepitoso in entrambi i ruoli.

Questa pianura e La tua voce sono le uniche due tracce già edite, entrambe già presenti in altri dischi usciti non a nome di Gianmaria e con una diffusione non così ampia. Ho voluto inserirle perché sono convinta che pochissimi, tra gli amanti di Gianmaria, le conoscano ed è un peccato perché sono belle e speciali. Questa pianura è la versione italiana (la traduzione e il vero e proprio adattamento è di Sergio Bardotti, un grande della musica italiana, paroliere e cantautore) di Le plat pays di Jacques Brel. E’ stata commissionata, in questa versione cantata da Gianmaria, dal Club Tenco per una compilation intitolata Bardoci e distribuita da Ala Bianca, che ringrazio per avermela concessa, una compilation nella quale compaiono altri grandi artisti della scena italiana e dedicata appunto a questo importante paroliere e traduttore. La tua voce, invece, è una canzone storica di Gianmaria, presente sul cd Lampo, ma qui in versione duetto, portoghese e italiano, con Bia, cantante brasiliana di casa a Montréal che l’ha voluta inserire nel suo disco Navegar, non distribuito in Italia e pochissimo in Europa. Sono due voci, quella di Bia e quella di Gianmaria, molto diverse per timbro ed estensione, ma che trovano in questo brano un mélange unico che credo faccia venire i brividi quando lo si ascolta.

Con Anche senza parlare si cambia genere. La storia di questo pezzo è particolare. Nasce nel 2014, scritta appositamente su mia richiesta per Mauro Ermanno Giovanardi, un artista col quale all’epoca lavoravo e col quale si voleva andare al Festival di Sanremo 2015, firmato Carlo Conti. “Gianmaria, ti prego scrivimi una canzone col ritornello per Sanremo e per Joe”, gli ho chiesto. Lui mi ha risposto che non era capace, che non era proprio il suo genere, ma poi d’improvviso e inaspettato, mi ha telefonato dalla Germania, dove era in tournée con Gabriele Mirabassi e mi ha detto: “Ce l’ho. L’ho registrata adesso durante il sound check con Gabriele che ci ha improvvisato un po’ su, te la faccio mandare via whatsapp dal fonico di qua”. E così io l’ho fatta sentire a Joe, che l’ha registrata con un altro arrangiamento e la sua sensibilità, l’ha inserita nell’album “Il mio stile”, uscito nel 2015 e io l’ho portata, ancora inedita, come se avessi per le mani un tesoro, a far ascoltare, a Roma, allo staff di Conti. Naturalmente non ci presero, “troppo intellettuale”, mi dissero, e quel Sanremo 2015 lo vinse Il Volo.

I brani da Una carezza d’amor a Sotto le stelle il mare, sono stati scritti tutti per Paolo Rossi, sulla sua vocalità e sulla sua umanità. Paolo le ha cantate in tre dei suoi ultimi spettacoli: L’Arlecchino, il Molière e Rossintesta e ancora le canta, qua e là nei teatri d’Italia, accompagnato dai Virtuosi del Carso e da Emanuele Dell’Aquila. Sono tutti pezzi registrati da me, a casa nostra, con lo zoom. Sono la colpa che mi porto addosso, perché la mia registrazione era sempre un po’ distratta –“Ma non riesci a fare una cosa alla volta?” mi rimproverava immancabilmente Gianmaria-, e infatti nelle tracce originali, prima della lavorazione, ci sono molti rumori: matite che cadono, lontani squilli del telefono, camion che si indovinano al passaggio dalla finestra aperta. Barillari ha davvero superato se stesso con queste correzioni e per fortuna l’interpretazione di Gianmaria, dal canto suo, non è stata mai distratta, anche quando si trattava di registrare senza nessuna finalità pubblica, e la sua voce è così bella e profonda che ha la capacità di riempire tutti i buchi e tutte le mancanze tecniche. Così, anche in questi brani scarni, chitarra e voce, l’intensità è lì, intatta, potentissima. Sono sicura che anche voi, come me, quando li ascolterete, ci sentirete dentro degli arrangiamenti potenziali -questa è la forza delle canzoni di Gianmaria- e devo dire che per un po’ sono stata davvero tentata di arricchirle, queste canzoni, chiedendo aiuto, per delle sovraincisioni, a qualcuno dei tanti musicisti che hanno accompagnato Gianmaria in questi anni. Poi ho pensato che non fosse giusto perché Gianmaria non avrebbe potuto dire la sua. Soprattutto ho pensato che era meglio così, anche per una questione estetica, che fosse meglio lasciarle nude, nella loro veste da lavoro, nella loro bellezza in fieri, che fosse meglio origliare come da dietro una porta, rubarle un po’ e lasciarle finire nella testa di chi ascolta. Il lavoro su questi brani è stato dunque essenzialmente molto tecnico, trovare un bilanciamento, a tratti quasi impossibile, non avendo a disposizione tracce separate, tra voce e chitarra e a volte prendersi la responsabilità di rinunciare alla perfezione dell’una a vantaggio dell’altra. E’ stato un lavoro sui volumi, un grande lavoro di mastering.

I due brani che chiudono il disco sono infine due piccoli gioielli, tratti entrambi dalla registrazione fortunosa di uno spettacolo che Gianmaria faceva con Giuseppe Battiston, ITALY, un poemetto di Giovanni Pascoli, poco conosciuto e bellissimo, che racconta di quando gli emigranti eravamo noi e di quando uscirono dal nostro paese oltre 60 milioni di Italiani, una vera e propria altra Italia che andava all’estero a cercare lavoro e fortuna. Merica Merica è una canzone popolare che ha cantato anche Caetano Veloso, Gianmaria la suonava col dobro e l’armonica a bocca, in mezzo si sente la voce inconfondibile di Battiston che legge alcune delle lettere che gli emigranti italiani scrivevano, pieni di nostalgia, ai familiari che erano restati in patria. X agosto, invece, è la messa in musica della poesia di Pascoli, quella che tutti noi abbiamo studiato a memoria a scuola, alle elementari o alle medie. Sono le stesse parole precise, nessun cambiamento, ma con la musica e la voce di Gianmaria acquistano, mi pare, una forza e una potenza nuova e restituiscono alla poesia tutta la sua ineluttabile tragicità.

Ecco qua, niente di più, questa è la storia di questo disco, l’ultimo di Gianmaria, il più Prezioso.

 

Paola Farinetti


GIUSEPPE CEDERNA in Da questa parte del mare

Produzioni Fuorivia e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale presentano «Bisogna avere occhi, cervello e coraggio da spendere» GIUSEPPE CEDERNA in Da questa parte del mare da GIANMARIA TESTA regia di Giorgio Gallione elementi scenografici: Lorenza Gioberti luci di Andrea Violato Un ringraziamento a Alessandra Ballerini e Marco Revelli per il loro contributo nella […]

COL TEMPO, SAI / AVEC LE TEMPS La canzone tra Genova e Parigi

Produzioni Fuorivia
presenta
COL TEMPO, SAI / AVEC LE TEMPS
La canzone tra Genova e Parigi

di e con Massimo Cotto
e con Piero Sidoti voce e chitarre
coordinamento scenico – Paola Farinetti
dedicato a Gianmaria Testa

Ci sono città che hanno mille luci e altre che hanno solo una lanterna, ma le cui musiche si muovono sui medesimi binari, quelli della canzone d’autore. Parigi e Genova sono “una stella nella sera” e “un’idea come un’altra”, solo più bella e con tutte le note del mondo.
Col tempo, sai / Avec le Temps rilegge, tra musiche e parole, le pagine più belle della chanson e della scuola genovese, attraverso le interpretazioni di Piero Sidoti e i racconti di Massimo Cotto, ma dietro ci sono anche il pensiero, la musica e la sensibilità di Gianmaria Testa.
Questo non è un reading come un altro, bisogna dirlo subito, la storia che c’è dietro è complicata, ma bella, ed è una storia di dolore, ma anche d’amore. Ve la raccontiamo.
Più o meno tre anni e mezzo fa, prima che Gianmaria si ammalasse, avevamo un progetto che si chiamava appunto COL TEMPO, SAI /AVEC LE TEMPS. Doveva essere un vero e proprio spettacolo teatrale e coinvolgeva Massimo Cotto (giornalista e scrittore); Gianmaria Testa che con la Francia aveva, si sa, un rapporto privilegiato e il pianista jazz Roberto Cipelli che su Ferré aveva molto studiato e lavorato. Il nucleo fondante era dato dal rapporto tra gli chansonnier francesi (Brel, Brassens, Ferré, ecc.) e i cantautori italiani (De Andrè, Bindi, Lauzi, Conte, Tenco, ecc.), tra Parigi e Genova. Il progetto era già in fase molto avanzata c’era il copione, uno studio grafico di locandina, letture a tavolino fatte, squadra di lavoro e prove fissate e molte date già vendute e programmate. Poi Gianmaria si è ammalato improvvisamente e ovviamente si è bloccato tutto e le date le abbiamo annullate senza pensarci un attimo. Mai, neanche per un secondo, si è pensato che il progetto contasse più di chi lo faceva, immaginando una sostituzione.
Massimo Cotto e Paola Farinetti hanno ripensato tanto, in questi anni, a questo progetto mai nato, e pure con nostalgia e rimpianto. E’ stato chiaro da subito che non avrebbe mai più potuto essere come lo si era immaginato all’inizio, ma al tempo stesso era un peccato lasciare quel copione e quelle storie che continuano a essere così vive in un cassetto. Così è venuta fuori l’idea di un reading, semplice semplice, da presentare una sola volta a Torino, alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, anche e soprattutto in omaggio e in ricordo di Gianmaria, e poi mai più.
Accanto a Massimo, che come si sa è un giornalista musicale coltissimo e brillante, capace di raccontare come nessun altro e ora star di Virgin Radio, si è aggiunto Piero Sidoti, chitarra e voce, che di Gianmaria è stato amico discreto, e a lui toccherà dar voce sia agli chansonniers sia ai cantautori.
Questo terzetto si è quindi incontrato per leggere e adattare il copione a questa nuova, provvisoria vita. Sidoti ha fatto sentire agli altri come venivano le canzoni di Brel o Montand o De André o Conte, fatte a modo suo, Massimo ha cominciato a leggere, Paola guardava da fuori e ogni tanto interrompeva per piccoli appunti. Ed è successo allora che i tre, a un certo punto, si sono guardati e si sono detti che “quella cosa lì” non era davvero niente male perché le storie che si raccontano sono belle e intriganti e Massimo Cotto le sa raccontare benissimo e perché Piero Sidoti è riuscito a far sue, senza snaturarle, canzoni che fanno parte della storia della musica e fanno tremare le vene ai polsi. Insomma è venuta fuori una “cosa” che non è né vuole essere uno spettacolo teatrale finito, questo no, anzi che è decisamente indefinibile, ma che emoziona e incuriosisce e un po’ anche riscalda perché racconta di un’epoca speciale della musica.
E allora può anche essere che, al di là di quell’unicum a Torino, se capita, COL TEMPO, SAI/AVEC LE TEMPS lo riproporremo anche altre volte.

In poco meno di due ore scorrono le immagini in bianco e nero della rive gauche esistenzialista di Saint Germain-des-Pres e del leggendario Tabou, di Juliette Greco che si abbronzava alla luna e di Edit Piaf che cantava come “centodiecimila uccelli dall’ugola insanguinata”, come disse una volta un altro grande di Francia, Leo Ferrè, il maledetto che abitava altre latitudini; del grande Brassens e dell’immenso Brel, belga innamorato di Parigi che andò a morire alle isole Marchesi, dove “per assenza di vento, il tempo s’immobilizza, e si parla della morte come tu parli di un frutto”; di quel Gainsbourg “morto per aver bevuto troppe sigarette”, come scrisse Libération, e di quel Boris Vian che fondeva jazz e letteratura e immortalava la figura del disertore nella canzone di Francia. E poi, le canzoni che indossavano dolcevita neri e occhiali dalla montatura spessa, quelle scritte da Umberto, Luigi e Ginaccio, attorniati da quattro amici al bar e immersi in un mondo da cambiare. E poi, Faber e tutti gli altri, che hanno cantato Genova per noi che stiamo in fondo alla campagna, e la Parigi che non smette di brillare anche quando si addormenta.

Uno spettacolo per (ri)scoprire chi erano e ricordarci chi siamo.

Attraverso Festival

Dal 2016 Produzioni Fuorivia ha ideato e dirige con Hiroshima Mon Amour (link al sito di Hiroshima) ATTRAVERSO FESTIVAL: 180 km circa di territorio di Basso Piemonte, 2 mesi di programmazione e un riscontro di pubblico entusiasmante.

Sotto le stelle dell’UNESCO, il racconto delle terre e degli uomini tra le colline del Piemonte del sud e il mare, tra le nebbie e il marin: un racconto di radici che si incrociano e danno vita a esperienze nuove, di vie e di rotte che guardano lontano, dove lo sguardo può solo immaginare.

Questo è ATTRAVERSO: non un festival grande, ma un festival intenso, emozionale, originale, di quelli che hanno l’ambizione di legarsi strettamente al luogo nel quale nascono. Riunisce i Comuni e le Associazioni del territorio, e abbatte in un sol colpo le frontiere immaginarie e reali tra le province nel nome della bellezza del paesaggio umano, agricolo e architettonico. Langhe, Monferrato e Roero diventano così, tra spettacoli, concerti, incontri, un unico scenario diverso per caratteristiche, ma uguale per potenzialità e armonia.

Queste sono le linee guida di Attraverso Festival, che nasce dal territorio e non sul territorio, dal basso e non calato dall’alto, con un programma artistico che cerca di unire sempre la qualità della proposta al giusto tasso di popolarità e si declina perfettamente sui luoghi che lo ospitano.

MIRAFIORE

La Fondazione Mirafiore è un’istituzione cultura che opera sin dal 2010 a Serralunga d’Alba nella Tenuta di Fontanafredda. Moltissimi i veri e propri eventi culturali che hanno coinvolto in questi anni personaggi di spicco del panorama italiano e internazionale e di tutti i campi del sapere: da Gino Paoli a Carlin Petrini, da Andrea Bocelli a Alessandro Baricco, da Paolo Sorrentino a Massimo Cacciari, da Stefano Accorsi a Fabio Fazio e Renzo Arbore, per non citarne che alcuni.

Con la stagione 2017/18 è iniziata la collaborazione tra la Fondazione Mirafiore e Produzioni Fuorivia attraverso la figura di Paola Farinetti e il programma attualmente in corso (si è iniziato il 4 novembre con Giuliano Pisapia e Cinzia Sasso) è assolutamente unico e speciale. Circa 37 incontri, fino ad aprile, suddivisi in “Coppie di Ferro”, “La Tradizione” e “Fuori Stagione”, oltre ad un fitto calendario di appuntamenti per bambini, ragazzi e famiglie. Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito

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