MATTEO SAUDINO
FESTIVAL AQUA La filosofia del mare
JESOLO, Arenile Piazza Brescia
LE FORME DELL’ACQUA
ingresso gratuito
LE FORME DELL’ACQUA
ingresso gratuito
È così lunga la città
Che in questa nebbia che viene giù
Ti sembra che svaniscano le case
Soltanto noi restiamo qui
Seduti ancora un po’
Ad aspettare
Perché è così dolce la città
Che in questa pioggia che scende giù
Sento come fossi andato via
E ritornando ancora qui
Sedermi a questo bar
E ricordare
Quanto era bella la città
Piena dei tuoi colori
E tu che mi tenevi fra le dita
Quanto era bella la città
E com’è lunga la città
Senza di te.
parole di Sergio Bardotti /Jacques Brel
musica di Jacques Brel
Gianmaria Testa, voce e chitarra
Piero Ponzo, clarinetto
Nicola Negrini, contrabbasso
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
1l’uccisero: disse: Perdono;
1e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
parole di Giovanni Pascoli
musica di Gianmaria Testa
Gianmaria Testa, voce e chitarra
Dalla Italia noi siamo partiti
siamo partiti col nostro onore
trentasei giorni di macchina e vapore,
e nella Merica noi siamo arriva’.
Merica, Merica, Merica,
cosa sarà mai questa Merica?
Merica, Merica, Merica,
un bel mazzolino di fior.
E alla Merica noi siamo arrivati
non abbiam trovato né paglia e né fieno
abbiam dormito sul nudo terreno,
come le bestie abbiam riposa’.
Merica, Merica, Merica,
cosa sarà mai questa Merica?
Merica, Merica, Merica,
un bel mazzolino di fior.
E la Merica l’è lunga e l’è larga,
l’è circondata dai monti e dai piani,
e con la industria dei nostri italiani
abbiam formato paesi e città.
Merica, Merica, Merica,
Merica, Merica, Merica,
cosa sarà mai questa Merica?
Merica, Merica, Merica,
un bel mazzolino di fior.
Merica, Merica, Merica,
cosa sarà mai questa Merica?
Merica, Merica, Merica,
un bel mazzolino di fior.
Gianmaria Testa, voce, dobro, armonica
Giuseppe Battiston, voce
sotto le stelle il mare
sopra la faccia il sale
se trovo le parole
ti dico quanto mi piaci tu
sacca e risacca il mare
dall’alba spunta il sole
non trovo le parole
ma tanto è giorno
e non mi piaci più
con le donne faccio confusione
a volte mi dimentico anche il nome
io le dicevo Rita, era Marcella
e l’Alessandra la chiamavo Ornella
però Teresa la ricordo bene
e Anna non la scorderò mai più
di qualcun’altra niente mi sovviene
ma tanto sono andate
l’oblio è una virtù
sotto le stelle il mare
sopra la faccia il sale
se trovo le parole
ti dico quanto mi piaci tu
sacca e risacca il mare
dall’alba spunta il sole
non trovo la parole
ma tanto è giorno
e non mi piaci più
non è la mia memoria la questione
se non di tutte mi ricordo il nome
il fatto è che la testa mi cancella
la parte brutta e tiene quella bella
di tante storie vere che ho inventato
io mi ricordo tutto e anche di più
di quelle che ho vissuto quasi niente
ormai le ho cancellate
l’oblio è una virtù
sotto le stelle il mare
sopra la faccia il sale
se trovo le parole
ti dico quanto mi piaci tu
sacca e risacca il mare
dall’alba spunta il sole
non trovo la parole
ma tanto è giorno
e non mi piaci più
parole e musica di Gianmaria Testa
Gianmaria Testa, voce e chitarra
la meccanica quantistica del rusco interinal
e la legge che governa l’algoritmica del Pil
le carote biotransgeniche e la carne al pentothal
dentro i piatti di allumino della mensa comunal
farsi un selfie sulla spiaggia fra barconi e minislip
da postare su Facebook
(col Photoshop)
post-moderno rock
post-moderno rock
le manovre del governo raccontate dentro ai tweet
che se passa la fiducia poi diventano uno spot
stare in casa quando piove perché aumentano lo spread
stare in casa chiusi a chiave come l’ultimo dei nerd
e guardare giù per strada se succede un altro crash
da postare su Facebook
(la foto-shock)
post-moderno rock
post-moderno rock
far la fila sotto il sole perché vendono l’ iPhone
o bruciarsi la pensione dentro un bar a slot-machine
e di sera addormentarsi mentre parla l’anchorman
con l’esperto che da Londra gli racconta qual è trend
non c’è un cane che mi ascolta ma ho tre amici su Facebook
quasi quasi cambio look
(col Photoshop)
post-moderno rock
post-moderno rock
parole e musica di Gianmaria Testa
Gianmaria Testa, voce e chitarra
appassiscono i colori
sulla giacca e i pantaloni
e vanno via dalle mani e dai pensieri
certi sogni più leggeri
che non riesco più a sognar
é la maschera che stringe
e mi toglie anche il respiro
ma non posso più tirarla via dal viso
che i miei occhi, quelli veri
e anche il naso
non li riconosco più
è tutta la vita
che abito un altro
e da tutta la vita mi chiedo
quell’altro chissà cosa pensa
quando pensa di me
è tutta la vita
che abito un altro
e da tutta la vita mi chiedo
quell’altro chissà
se poi pensa di me
si scolorano i colori
sulla giacca e i pantaloni
e non resta quasi niente nelle mani e nei pensieri
che i ricordi, quelli veri
non me li ricordo più
è tutta la vita
che vivo in un altro
è tutta la vita che penso
chissà cosa pensa quell’altro
quando pensa di me
è tutta la vita
che vivo in un altro
e da tutta la vita mi chiedo
quell’altro chissà
se poi pensa di me
parole e musica di Gianmaria Testa
Gianmaria Testa, voce e chitarra
non sono il re dei saltimbanchi
vengo dal buio più lontano
dei vostri sogni malsognati
sono Gran Maestro e Ciambellano
e porto una maschera e sottile
più nera della pece del peccato
e porto dagli inferi la voce
dello spergiuro e del dannato
a chi mi crede malandrino
facile allo scherzo e allo sghignazzo
faccio uno sgambetto senza inchino
che di risate mi son rotto il cazzo
a chi mi crede malandrino…
io sono l’Alichin dei Malebranche
già della quinta bolgia i punitori
con Rubicante e l’orrido Cagnazzo
teniamo giù la testa ai barattieri
la testa gli teniamo nel catrame
bollente sia di fiamme che vergogna
a chi ha frodato gli altri per potere
a chi ha rubato senza aver bisogna
e non mi chiamate servitore
che non sono al soldo di nessuno
da dove vengo io non c’è padrone
e chi fa il padreterno vaffanculo
e non mi chiamate servitore…
parole e musica di Gianmaria Testa
Gianmaria Testa, voce e chitarra
Una carezza d’amor per te che all’amor non credi
Una carezza d’amor a te che l’amor non vedi
Una carezza d’amor per te che all’amor non chiedi
Niente, soltanto il caldo di un posto caldo per i tuoi piedi
Barbara, mettiamo un punto e virgola
Barbara, fra quei tuoi piedi e il cuor
Barbara, questa mia mano è naufraga
Cercava il cuor, ma i piedi, soltanto i piedi ha trovato ancor.
Una parola d’amor per te che all’amor non credi
Una parola d’amor a te che l’amor non vedi
Una parola d’amor per te che all’amor non chiedi
Niente, soltanto il caldo, un po’ di caldo per i tuoi piedi
Barbara, mettiamo un punto e virgola
Barbara, fra quei tuoi piedi e il cuor
Barbara, la mia parola brancola
Cercava il cuor, ma i piedi, soltanto i piedi ha trovato ancor.
Barbara, mettiamo un punto e virgola
Barbara, fra quei tuoi piedi e il cuor
Barbara, questa mia mano è naufraga
Cercava il cuor, ma i piedi, soltanto i piedi ha trovato ancor
Cercava il cuor, ma i piedi, soltanto i piedi ha trovato ancor
Cercava il cuor, ma i piedi, soltanto i piedi ha trovato ancor
parole e musica di Gianmaria Testa
Gianmaria Testa, voce e chitarra
Fermiamoci qua
c’è una piega del mondo
che la vede soltanto chi non vive a metà
sotto l’ala del cielo
sopra il buio del fondo
c’è una piega del mondo
fermiamoci qua
E qualcosa sarà
o magari anche niente
neppure la gente che viene e che va
si può stare a guardare
anche senza parlare
nelle pieghe del mondo
quel che il mondo non sa
Ma lo sanno le tue mani
le tue mani intorno a me
non c’è oggi non c’è domani
solo adesso adesso c’è
solo adesso adesso c’è
Fermiamoci qua
c’è una piega del mondo
e la vede soltanto chi non vive a metà
sotto l’ala del cielo
sopra il nero del fondo
c’è una piega del mondo
amore di adesso
fermiamoci qua
E lo sanno le tue mani
e le mie e mani intorno a te
non c’è oggi non c’è domani
solo adesso adesso c’è
E lo sanno le tue mani
e le mie e mani intorno a te
non c’è oggi non c’è domani
solo adesso adesso c’è
solo adesso adesso c’è
parole e musica di Gianmaria Testa
Gianmaria Testa, voce e chitarra
Gabriele Mirabassi, clarinetto
povero tempo nostro
e povere fatiche
povera la Terra intera
che tutte intere le patisce
povero tempo nostro
e poveri questi giorni
di magra umanità
che passa i giorni e li sfinisce
lascia che torni il vento
e con il vento la tempesta
e fa che non sia per sempre
il poco tempo che ci resta
lascia che torni il vento
e dentro al vento la stagione
di quando tutto appassirà
per chi bestemmia le parole
di quando tutto appassirà
per chi bestemmia
le parole
parole e musica di Gianmaria Testa
Gianmaria Testa, voce e chitarra
me leva longe daqui
pra fora deste quarto
com tuas mãos serenas
teus olhos
pra fora desse muro
me leva longe daqui
que eu sei
que devo seguir
qssa voz dea
você
portami fuori da qui
nell’aria che si muove
di tutti i tuoi capelli
e con i tuoi colori
portami via da qui
tu sei lontana per me
con la tua voce
portami via da qui
se vuoi
e vengo con te
con la tua voce
parole e musica di Gianmaria Testa
Gianmaria Testa, voce e chitarra
Bia Krieger, voce
Erik West-Millette, contrabbasso